La luce

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Introduzione

Per questo articolo prendo spunto dall’interessantissimo libro di Michael Freeman, intitolato appunto “La luce”.

 

Fotografare significa proprio “scrivere con la luce”, dunque la luce è la componente essenziale della fotografia: grazie al digitale c’è una precisione senza precedenti e la possibilità di modificare in seguito al computer, in particolare quando si scatta nel formato Raw.

Tonalità, saturazione e luminosità descrivono come vediamo un determinato colore: basta pensare a come vediamo il verde di un prato all’ombra o quando il sole lo illumina… due mondi molto diversi.

 

La tonalità della luce viene definita come temperatura di colore e viene espressa in gradi Kelvin (K): ci sono diversi colori della luce e nelle macchine digitali la scala è usata per il bilanciamento del bianco. Bassi valori di temperatura colore corrispondono a tonalità calde, al contrario valori alti corrispondono tonalità fredde.

 

Vediamo alcuni esempi:

Luce di una candela: circa 1 000 K

Lampada domestica a incandescenza da 40 W: 2 650 K

Luce solare diretta, a mezzogiorno: 4850/4900 K (è un dato medio, influisce sia la latitudine sia l’umidità dell’aria)

Luce del cielo totalmente nuvoloso: circa 7 000 K

Luce del cielo parzialmente nuvoloso: 8 000 - 10 000 K

Luce del cielo sereno: normalmente da 10 000 a 20 000 K 

Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Temperatura_di_colore
Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Temperatura_di_colore

 

Ci sono tre tipi di luce da considerare: naturale, ambiente e illuminazione fotografica. Di quest’ultima non parlo, in quanto riguarda principalmente i flash, di cui non sono un esperto tale da poter pensare di scrivere un articolo su questo argomento.

 

 

Luce naturale

Per sfruttare al meglio la luce naturale sono fondamentali la scelta del punto di vista, il tempismo e l’attesa. Nello stesso luogo le possibilità fotografiche sono numerose: è sufficiente muoversi per capire come cambia l’influenza della luce, ma ancora di più ce ne rendiamo conto se torniamo ad orari diversi e a stagioni diverse.

 

Vediamo ora diverse situazioni di luce naturale e cerchiamo di capire per quali situazioni sono più indicate.

 

Il sole alto è indicato per soggetti la cui caratteristica principale risiede nella forma o nel colore. Il sole alto crea ombre verticali, perciò non è adatto per fotografare le persone in quanto nasconde gli occhi. Questa luce tende ad appiattire, quindi per soggetti orizzontali come i paesaggi non è di certo la luce migliore.

 

La luce della mattina e del pomeriggio è sicuramente indicata per la fotografia, perché i raggi sono obliqui e creano delle lunghe ombre. Ancora di più lo è quella definita luce dorata, chiamata anche ora d’oro. È la luce ricercata dai fotografi, in particolare da quelli paesaggisti, e la si incontra durante due momenti nell’arco della giornata: appena sorto il sole e prima del tramonto. La durata dell’ora d’oro dipende dalla stagione e da dove vi trovate. C’è la possibilità sia in internet, sia con un Applicazione del telefonino, di trovare queste informazioni cercando i termini in inglese (Golden hour calculator). In questi momenti la luce è morbida, i colori sono caldi e le ombre molto lunghe. La scena cambia significativamente anche nell’arco di pochi minuti, quindi dobbiamo essere reattivi e pronti a scattare numerose fotografie, perché si possono ottenere degli effetti spettacolari.

              Cielo nuvoloso                                               Luce dorata                     

 

La luce laterale crea delle ombre che hanno tre effetti principali: influiscono sul contrasto, modellano la forma e mettono in evidenza piccoli rilievi.

 

Quando il sole è esattamente dietro la fotocamera si ottengono da una parte immagini nitide e piene di colore, ma dall’altra bisogna considerare che si corre il rischio di rendere il soggetto piatto, in quanto non ci sono ombre.

 

Il controluce ha un suo fascino particolare ed è in grado di creare immagini suggestive ed emozionanti, ma che spesso sono difficili da ottenere.

Viaggio ad Avenches e dintorni (clicca sull'immagine per leggere l'articolo)
Viaggio ad Avenches e dintorni (clicca sull'immagine per leggere l'articolo)

 

Anche con le silhoutte si possono avere immagini spettacolari, ma dipende molto dalla forma del soggetto, che deve essere ben definita, e dallo sfondo luminoso. Per ottenere le silhoutte si può operare in due modi: utilizzando la misurazione esposimetrica spot (v. arti link) ed esponendo per lo sfondo luminoso, oppure sottoesponiamo manualmente di 1-3 stop.

Escursione al Sassariente (clicca sull'immagine per leggere l'articolo)
Escursione al Sassariente (clicca sull'immagine per leggere l'articolo)

 

Le nuvole hanno l’effetto di diffondere la luce, ammorbidire la scena e attenuare le ombre. Con questa situazione di luce c’è però il rischio di rendere l’immagine monotona. È però adatta ai ritratti.

 

Con nubi variabili si hanno complesse e infinite variazioni di luce. È una luce che adoro particolarmente, perché la scena cambia rapidamente e se si ha fortuna si è in grado di mettere in evidenza solo alcune parti.

 

I cieli nuvolosi luminosi sono molto difficili da trattare, perché c’è un forte contrasto con la terra. Ci sono due possibilità: si sottoespone, in modo da non bruciare troppo il cielo e si schiarirà in seguito la terra, oppure si effettuano due scatti, uno con l’esposizione al suolo e uno con l’esposizione alle nuvole, poi si uniscono in un secondo momento in fase di post-produzione. (vedi esempio nell'articolo L'esposizione)

 

Le piogge ed in particolare i temporali sono dei momenti buoni, perché ci sono colori naturali e in aggiunta ci sono i lampi.

 

La luce in montagna porta alta nitidezza e contrasto, perciò è meglio usare un filtro UV.

 

La foschia ammorbidisce la luce e attenua i colori, ma soprattutto accentua la profondità e la prospettiva della scena.

 

La foschia, la nebbia e il pulviscolo schermano le scene e nascondono dettagli distanti, ma comportano atmosfere magiche ed evocative.

Viaggio in Toscana (per leggere l'articolo del viaggio clicca sulla foto)
Viaggio in Toscana (per leggere l'articolo del viaggio clicca sulla foto)

Luce ambiente

In determinate situazioni di luce artificiale può capitare di avere delle predominanti (arancione, azzurro,…) questo è dovuto ad un bilanciamento del bianco non corretto, perciò dovremmo modificarlo direttamente nella fotocamera, o in seguito al computer, se scattiamo in Raw. Ad esempio con le lampadine (tungsteno) c’è una dominante arancione, che però a volte ha un suo fascino, perché può trasmettere calore e intimità. Con le luci al neon invece c’è una dominante verde, che può essere utilizzata per dare un’atmosfera fredda e industriale.

 

Con la luce diurna in interno la sorgente è la finestra. Questo tipo di luce è adatta per ritrarre persone.

 

Con delle finestre luminose invece il procedimento è lo stesso che per i cieli nuvolosi luminosi.

 

Spesso però nei grandi spazi c’è un’illuminazione mista: basti pensare ad una città di notte… lampade, neon, fari delle automobili,… In questi casi è utile la post-produzione, perché permette di cambiare il bilanciamento del bianco in modo da avvicinarsi il più possibile al risultato desiderato.

 

Spero di aver fatto chiarezza sui vari aspetti che comporta la luce in fotografia. Se avete domande, commenti o suggerimenti… scrivete!

 

Bibliografia:

Michael Freeman, "La luce", Modena : Logos, 2009

Wikipedia



 

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