L'esposizione

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Uno dei concetti fondamentali nella fotografia è l’esposizione. Per ottenere una corretta esposizione è necessario valutare la giusta quantità di luce che raggiunge il sensore, o pellicola.

L’esposizione può anche essere rappresentata da un triangolo i cui vertici sono: sensibilità (iso), tempo di scatto, apertura del diaframma. Quindi per parlare di esposizione è necessario introdurre questi tre argomenti.

 

Prima però è importante sottolineare che in fotografia discutendo di esposizione si parla di “stop”. Aumentare di uno stop significa raddoppiare la quantità di luce che raggiunge il sensore, al contrario diminuire di uno stop significa dimezzarla.

 

Apertura del diaframma: è l’apertura dell’obiettivo, rappresentato da f/numero. Un numero f ridotto rappresenta un’apertura maggiore del diaframma, che permette a più luce di raggiungere il sensore, perciò è possibile impostare tempi di scatto più veloci, anche se la profondità di campo (cioè quanto sarà a fuoco) sarà ridotta. Al contrario un f elevato rappresenta un diaframma chiuso, di conseguenza tempi di scatto più lunghi e iso più elevati.

Esempi di diaframmi: f/1.4; f/2; f/2.8; f/4; f/5.6; f/8; f/11; f/16

Passare da un valore all’altro equivale ad uno stop, cioè passando da f/2 a f/2.8 si dimezza la quantità di luce che raggiunge il sensore, mentre passare da f/16 a f/11 significa raddoppiarla.

 

Tempo di scatto: è il tempo che il diaframma rimane aperto per permettere alla luce di rag-giungere il sensore. Tempi veloci, solitamente abbinati a diaframmi aperti, permettono di congelare il movimento, al contrario tempi più lunghi, con diaframmi chiusi, permettono di fotografare il movimento. Bisogna però tener conto che con tempi lunghi si rischia di avere una foto mossa, perciò in taluni casi è necessario utilizzare un treppiede.

Esempi di tempi di scatto: 1/1000, 1/500, 1/250, 1/125, 1/60, 1/30

Come per l’apertura di diaframma anche qui passare da un valore all’altro equivale ad uno stop.

 

Sensibilità (iso): è la sensibilità della pellicola/sensore. Maggiore è la sensibilità, minore è la quantità di luce necessaria per l’esposizione, di conseguenza è possibile impostare tempi di scatto più rapidi e chiudere il diaframma. Bisogna però fare attenzione, perché a valori iso elevati subentrano dei disturbi, chiamati rumori, che potrebbero rovinare l’immagine. Il consiglio è di impostare la sensibilità in modo automatico, ma se possibile inserite un valore da non oltrepassare, di solito la metà del massimo che la vostra macchina possiede.

Come visto precedentemente anche in questo caso raddoppiare un valore iso o dimezzarlo, corrisponde ad uno stop.

 

Ora che avete compreso questi tre concetti capite che ci sono moltissime possibili combinazioni per ottenere la corretta esposizione. Forse può essere utile fare degli esempi concreti, con valore di iso 100: un tempo di 1/250 con diaframma 5.6, corrisponde a 1/125 f8, 1/60 f11,… cioè dimezzando il tempo raddoppia il diaframma.

 

La domanda che potrebbe sorgervi è “Quale scegliere?” Dipende dal risultato che si vuole ottenere… se si vuole congelare il movimento, più profondità di campo,… vedremo negli articoli futuri di approfondire altri aspetti. Ciò che può essere di aiuto per comprendere se la foto è esposta correttamente è l’istogramma, ma anche questo argomento lo approfondirò in seguito.

 

Vediamo un esempio pratico, che spesso mette in difficoltà i fotografi: un paesaggio in parte in ombra con un cielo luminoso. Guardate la differenza dei tre scatti.

Immagine sottoesposta: il cielo è corretto, ma il resto, ed in particolare il primo piano, è troppo scuro
Immagine sottoesposta: il cielo è corretto, ma il resto, ed in particolare il primo piano, è troppo scuro

Immagine sovraesposta: si sono persi i dettagli delle nuvole e anche la zona dove batte il sole è troppo chiara
Immagine sovraesposta: si sono persi i dettagli delle nuvole e anche la zona dove batte il sole è troppo chiara

Immagine esposta correttamente: il primo piano non è troppo scuro ed il cielo non è troppo chiaro, perchè mantiene i dettagli delle nuvole
Immagine esposta correttamente: il primo piano non è troppo scuro ed il cielo non è troppo chiaro, perchè mantiene i dettagli delle nuvole

 

In conclusione desidero parlarvi di misurazione esposimetrica, perché anche se fotografate in modalità Auto, può capitare che l’esposimetro della macchina fotografica non riesca a leggere in modo corretto l’immagine e dia delle impostazioni non corrette. Anche impostando solo la sensibilità in modo automatico può succedere. Questa situazione avviene quando si hanno situazioni particolari di luce, come a teatro, controluce, un soggetto su uno sfondo scuro o chiaro, forti contrasti,…

 

Standard: chiamata anche Matrix, è l’ideale per la maggior parte delle situazioni. Suddivide l’immagine in diverse zone e poi fa una media.

Ponderata centrale: l’esposimetro dà più importanza al centro dell’inquadratura.

Spot: in situazioni particolari è l’ideale, perché permette di selezionare solo una piccola parte dell’immagine e l’esposimetro valuta l’esposizione basandosi su quella zona.

 

Spero che questo articolo sia stato utile, per farvi chiarezza sul tema dell’esposizione. Se avete domande non esitate a contattarmi o anche se vorreste che trattassi argomenti particolari.

 

Al prossimo articolo!



 

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