Avenches e dintorni

La mia intenzione è di andare a Fiesch, in Vallese, e partire alla scoperta dei sentieri e delle montagne attorno al ghiacciaio dell’Aletsch. Fino a cinque giorni prima della partenza le previsioni sono ottime, poi cambiano leggermente: neve e freddo. Fortunatamente non ho ancora prenotato.

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Quindi scelgo un’altra destinazione, non di ripiego, perché Avenches e i suoi dintorni sono dei luoghi sulla mia lista delle mete da visitare. Sono passato diverse volte in treno tra queste colline, che mi hanno sempre colpito per i colori e le geometrie. Il programma prevede la visita di Neuchâtel, la Gruyères e forse una scappata nel Giura l’ultima mattina.

Fino all’ultimo non so se partire giovedì o venerdì: impulsivamente decido di partire giovedì nel primo pomeriggio, con la speranza che come da previsioni meteo ci siano delle schiarite in serata. Il viaggio dura circa tre ore e mezza e piove, piove, piove,… Improvvisamente nei dintorni di Berna si intravede il cielo, ma poco dopo incontro un altro acquazzone. Prima di giungere ad Avenches la gradita sorpresa: le nuvole lasciano lo spazio al blu!

Soggiorno all’ostello, ma sono desideroso di esplorare il territorio, perciò dopo un veloce check-in parto, senza meta, all’esplorazione delle colline. Visto la pioggia e il seguente sole i colori sono molto forti: il primo soggetto che trovo è un terreno arato con una piccola parte illuminata dal sole.

Viaggio su strette stradine, che nemmeno sono indicate sul navigatore ed ogni tanto mi fermo a scattare. Ad un certo punto inserisco l’ostello come destinazione, in modo da capire dove sono finito… Scatto numerose foto di una parte di paesaggio, perché mi piace molto l’illuminazione, anche se è difficile trovare le impostazioni corrette.

Il cielo inizia ad avere tonalità rosa, poi rosse.

 

Il giorno seguente il tempo è nuvoloso, perciò decido di recarmi a Neuchâtel, prima però mi fermo a visitare il teatro e l’anfiteatro di Avenches, principali attrazioni del luogo. Anche i campi circostanti attirano la mia attenzione.

Ovviamente non scelgo la via diretta per recarmi a Neuchâtel, ma vagabondo nelle stradine laterali, mentre spengo l’audio del navigatore: temo seriamente che inizi ad inveire contro di me, visto che non seguo le sue indicazioni.

 

Quando giungo in città piove ed è molto freddo: le montagne circostanti sono bianche. Dopo aver avuto alcune informazioni all’ufficio del turismo mi incammino a visitare le principali attrazioni. Ecco alcune immagini:

Oltre all’organo, che sicuramente finirà nella seria Dal basso e Splendente, mi soddisfa quella con la scultura che funge da cornice. Spesso in fotografia ha un buon impatto inserire una cornice: la più classica è utilizzare dei rami, ma ci si può sbizzarrire.

Mentre torno al parcheggio rubo! Rubo un’idea, un’immagine, perché noto una persona che guarda qualcosa, così mi avvicino e scatto diverse volte, mentre il sole inizia a farsi largo tra le nuvole.

Sulla via del ritorno il sole illumina i verdi campi, così mi fermo a fare una breve passeggiata lungo un fiume.

È difficile fotografare l’uccello bianco in ombra: quando lo vedo penso subito ad una vecchia pubblicità “bianco, che più bianco non si può”. Con la misurazione esposimetrica Matrix la foto è chiara, ma l’uccello è completamente bianco, “bruciato”, perciò seleziono Spot e espongo sull’uccello. (per maggiori informazioni sulla misurazione esposimetrica leggi l’articolo dedicato all’Esposizione)

 

Le soste sono numerosissime… gli scatti pure: adoro le linee e le geometrie di questi paesaggi.

Ad un certo punto mi fermo in cima ad una collina, perché il paesaggio mi ispira: però manca una componente fondamentale. La luce. Così attendo e vengo premiato!

Dopo aver costeggiato il lago di Murten, mi fermo nell’omonima cittadina: purtroppo mi perdo uno stupendo tramonto: non giungo in tempo alla riva… Niente di grave, perché la giornata è stata comunque proficua.

 

Visto il periodo di non massima affluenza turistica Avenches alla sera è molto tranquilla: fortunatamente c’è un bar, dove posso andare a rilassarmi dopo cena.

 

Il terzo giorno la destinazione prescelta è Gruyères, che intendo raggiungere passando da Romont. Alla partenza come al solito la meteo non è dalla mia… ma poi migliora decisamente.

Sono state tre le tappe fotografiche importanti.

Prima di Romont per dei campi e pali dell’elettricità. Mi piacciono anche le nuvole che fungono da cornice superiore.

In seguito per degli alberi in controluce, che è sempre difficile da gestire ma in compenso permette delle immagini spettacolari.

Poco prima di Gruyères per la vista sul paesino. Adoro il forte contrasto della foto con il prato verde illuminato e i pini imbiancati in ombra sullo sfondo: sembrano due foto diverse unite.

Gruyerès è un piccolo villaggio, molto turistico, ma comunque affascinante, in particolare il castello, il quale merita una visita. Per pranzo mangio una deliziosa fondue, nella terrazza di un ristorante, mentre il sole mi arrossa il viso.

Appena ripartito mi fermo nel punto in cui si gode del panorama su Gruyerès, in quanto il sole ora illumina in parte il paesino.

Per il ritorno ad Avenches evito l’autostrada e come mia consuetudine mi “perdo” tra le strade laterali, alla ricerca di paesaggi, emozioni e sensazioni. In particolare mi colpiscono degli alberi e il terreno con dei disegni che guidano lo sguardo, ma anche una baracca praticamente crollata.

Dopo un breve riposo all’ostello mi rendo conto, grazie e dei volantini, che qui vicino si trova il Papiliorama. Strano, mi era sfuggito. Quando si effettuano dei viaggi fotografici è essenziale informarsi su cosa offre la zona come soggetti fotografici. Cambio di programma per il giorno seguente dunque: visita al mattino al Papiliorama e rientro in Ticino nel pomeriggio.

Decido di non cenare e di uscire a bere qualcosa al solito bar, dove però mi offrono la cena: raclette!

 

 

Al mattino seguente mi reco di buon ora al Papiliorama, che si trova a Kerzers. Ovviamente durante il breve tragitto effettuo un paio di soste, cercando di sfruttare la luce del mattino.

Sono rimasto affascinato dal Papiliorama e penso meriti un articolo a parte. Clicca qui per visualizzarlo.

 

Spero che questo articolo vi sia piaciuto, ma soprattutto che vi abbia dato lo spunto per qualche gita. Abbiamo la fortuna di vivere in Svizzera, dove i luoghi stupendi abbondano, e spesso basta un fine settimana, meglio ancora un ponte, per trovarci davanti agli occhi scenari che ci illuminano e ci donano sensazioni positive.

 

Sono cosciente del fatto che l’articolo è molto lungo, ma visto che il viaggio è durato più giorni, non mi sembrava possibile condensarlo maggiormente. È stato più difficile del solito scegliere le immagini da proporvi tra le centinaia che ho scattato. Se avete consigli su come strutturare gli articoli non esitate a scrivere! Grazie.



 

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